| Ecco un'altra delle mie fanfiction dedicate a Sasi! Parla di Hyde, il cantante dei L'Arc~en~Ciel. Te l'avevo promessa, ed eccola qui, carissima Sasi! Mi dispiace solo di non averla finita in due giorni come promesso. L'ho appena finita, però e quindi te la posto subito qui... Spero davvero che possa piacere a te, come a chiunque altro voglia leggerla.
Dunque, ti dedico anche quest'altra mia piccola creazione, cara Sasi... anche se piuttosto breve, racconta del tuo adorato Hyde come meglio ho potuto. Per eventuali chiarimenti, perplessioni o insulti, rivolgetevi pure a me! ^^
Titolo: LEAVE OUT ALL THE REST Pairing: HYDE (Reflective) Raiting: GENERALE, RIFLESSIVA Autore: Kikyo-chan Status: One shot completa
LEAVE OUT ALL THE REST (Lascia fuori tutto il resto)
Mi capita spesso di ripensare alla mia vita. A come ero prima di incontrare i ragazzi che avrebbero fatto parte del mio stesso arcobaleno... Prima ancora che incontrassi Pero. Prima che cominciassi a fumare, prima di cominciare ad aiutare mio padre al pub. Chi ero? Un bambino che piangeva in continuazione... Un bambino che sua madre vestiva da femminuccia perché ne desiderava disperatamente una. Un bambino che non sapendo di essere daltonico, fu investito da un'auto, perché non si era accorto che il semaforo era diventato rosso. Sono passati tantissimi anni da allora, eppure non faccio la minima fatica a ricordare quegli eventi. Non stento neanche un po' a riconoscermi in quel bambino che veniva preso in giro dai bulli del quartiere.
A vedermi da un punto di vista che non fosse quello delle persone che mi conoscevano, dovevo sembrare un bambino a cui non mancava nulla. Estremamente felice. In fondo cosa poteva mai mancare ad un bambino amato alla follia dai suoi genitori, nato e cresciuto in un mondo creato da due persone che avevano fatto di tutto per difendere il loro legame, e stare insieme contro il volere di tutti? Dei suoi genitori, quel bambino... poteva soltanto esserne orgoglioso. Ed io lo ero. Amavo e amo i miei genitori come loro amano me. Ero orgoglioso del fatto avessero deciso di stare insieme a costo di sfidare il mondo intero. A costo di patire il freddo e la fame, si erano trasferiti in un altro paese. Con pochissimi soldi, ma con tanto amore e forza di volontà nel cuore. Nel giro di pochi mesi riuscirono a comprare a buon prezzo un locale, e lo chiamarono Apple, simbolo della loro passione per l'Inghilterra. Ammiravo mio padre... perché anche se non aveva fatto i salti di gioia quando aveva saputo che mia madre era incinta, mi aveva fatto nascere e crescere nel migliore dei modi. Probabilmente perché all'epoca i soldi non erano ancora abbastanza per poter crescere un figlio. Tuttavia però, mi ha amato come nessun altro poteva esserne capace. Ammiravo mia madre perché era capace di farmi sentire così felice nel suo abbraccio materno, che mi veniva da piangere ogni volta che mi accarezzava la testa. Ogni volta che si inginocchiava e mi tendeva le braccia, e mi diceva “Coraggio, Hideto, vieni dalla mamma!” Ogni volta che mi baciava una guancia e mi diceva “Ti voglio bene, mio piccolo principe”. Mi sentivo protetto e amato fino alla commozione.
Allora, perché, se tutti mi vedevano come un bambino felice a cui non mancava niente, io mi sentivo diverso? Ancora oggi, non saprei affatto spiegarmelo... Il perché, del mio essere così debole e viziato fino alle estreme conseguenze... tutt'oggi, non l'ho capito. Suppongo perché i miei occhi troppo egoisti siano fin troppo ciechi per poter vedere la realtà. O forse perché non essendo più un bambino, non potrei mai riuscire a pensare o a immaginare come allora.
Ora, a quindici anni di distanza, dal giorno in cui mi unii a Tetsu nella realizzazione del suo sogno, sono cambiate moltissime cose. Soprattutto, sono cambiato io. Ora che sono al fianco di una donna meravigliosa, e che sono padre di un bellissimo bambino, non riuscirei più a comprendere i sentimenti del bambino che ero. Per seguire la corrente del tempo, e per la mia grande passione, decisi di diventare un musicista. E quando è nato mio figlio, mi sono sentito esattamente il contrario di come doveva essersi sentito mio padre. La prima volta che l'ho preso in braccio, ho dato un bacio a mia moglie e le ho promesso che niente e nessuno avrebbe potuto distruggere il nostro legame. Per arrivare a ciò che sono diventato oggi, non ho fatto neanche la metà della metà della fatica che ha fatta mio padre in una vita. Mi ha dato il meglio, e di questo gli sarò grato per l'eternità.
Ricordo che quando gli dissi di voler fare il musicista, mi rispose con una frase che mi lasciò alquanto stupito. “Per te il mondo là fuori è troppo duro, Hideto” Era la prima volta che mi veniva negato qualcosa che desideravo. Non gli diedi ascolto. Feci quello che volevo, e da allora smisi anche di chiedere. Pian piano si rassegnò al mio volere, perché l'avevo convinto che la musica avrebbe fatto parte della mia vita in ogni caso. Indipendentemente dal fatto avessi la sua benedizione o meno. E quando ne riparlammo, mi rivolse delle parole che credo non dimenticherò mai...
“Hideto, figliolo... quando verrà il mio tempo... dimentica tutti gli errori che ho fatto. Non provare dolore per me... e quando ti sentirai vuoto, ricordati di me. Tienimi nella tua memoria, e lascia fuori tutto il resto. Non avere paura... non sono mai stato perfetto. Però nessuno ha te. Nessuno tranne me, ha la fortuna di avere vicino una persona come te. Quindi ricordati di me, e lascia fuori tutto il resto...
Nota: L'ultima parte, mi è stata ispirata da una canzone dei Linkin Park, gruppo musicale che io amo alla follia... ovviamente, l'ho rigirata e trasformata nelle frasi che mettono fine a questa fan-fiction. Il titolo della canzone è proprio “Leave out all the rest”...
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